Welfare
Tornare sui banchi e sui libri rinunciando allora daria
Un appello tratto dal giornale dei detenuti del carcere di Bollate.
Bollate è un carcere nuovissimo, sperduto in una zona desolata, come lo sono sempre più quelle dove cacciano le nuove carceri. In compenso, molto si muove al suo interno, soprattutto sul piano della cultura: una biblioteca davvero ben organizzata, la scuola superiore, un giornale che si chiama Carte Bollate. Dal giornale dei detenuti di Bollate è tratto il testo che segue, un vero appello che gli studenti della prima superiore rivolgono ai loro compagni per invitarli a iscriversi a scuola. Perché è vero che, nei disastri della detenzione, il tempo impiegato a studiare è un piccolo investimento per il proprio futuro.
Ornella Favero (ornif@iol.it)
Decidere di tornare sui banchi di scuola in età adulta non è facile, implica tutte le difficoltà che una mente non più abituata a memorizzare e a districarsi tra le varie materie scolastiche può trovare, ma impegnare le nostre energie e capacità in attività di studio è, in breve tempo, diventata una sfida importante ed esaltante, atta, oltre che a nutrire la mente, anche a distogliere i pensieri (per molte ore al giorno) dalla nostra avvilente posizione di detenuti.
Contrariamente a quanto si possa pensare, questa avventura non è il solito passatempo al quale ognuno può partecipare tanto per fare qualcosa, illudendosi di sfuggire alla routine, di ingannare ozio e noia (ormai diventati attitudini di molti tra noi), credendo di poter guadagnare senza fatica e sforzo un importante e gratificante diploma. Sappiate che nessuno vi regala niente: anche se la comprensione da parte dei professori supera di poco i limiti consentiti, la scuola è impegno e l?impegno implica rinunce.
Può sembrare paradossale parlare di rinunce nella nostra situazione, ma anche di questo si tratta: frequentare seriamente la scuola ha comportato per noi la rinuncia ad alcune ore d?aria, al campetto e ad altri piccoli svaghi quotidiani cui ci eravamo abituati.
Un?altra difficoltà che si incontra facilmente è quella di riuscire a ritagliarsi spazio e momenti di tranquillità da dedicare allo studio all?interno delle proprie celle, dove non sempre i nostri compagni si mostrano disponibili alle nostre esigenze destinate a ottenere un discreto profitto scolastico. Per non parlare, poi, delle pastoie burocratiche e organizzative che spesso hanno creato intralci alla frequenza scolastica (?). Ma la volontà di affrontare e superare serenamente ostacoli più o meno gravi ci è stata ripagata da ciò che dona questa nuova realtà.
Di conseguenza, ragazzi! Ascoltate il consiglio di alcuni vostri compagni di sventura: per la cultura, per lo spirito, per allentare la morsa, per trarre il positivo e soprattutto per evitare ricordi prettamente infelici, l?anno prossimo, iscrivetevi!
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